quos patre Benaco velatus harundine glauca Mincius infesta ducebat in aequora pinu.
(Eneide – canto X, vv. 204-206)
(‘Più anche cinquecento uomini che Mezenzio mena alla battaglia con se ; i quali, velato da suo padre Benaco con cannuccia bluastra, il Mincio porta per le onde in vascello ostile.’)
nelle georgiche
nel secondo libro della Georgica (II,198-199) descrive la trasparenza del lago
Et qualem infelix amisit Mantua campum pascentem niveos erboso Flumine Cyneos
( E una pianura come quella che Mantova infelice ha perduto nutriva cigni nivei sull’ erba dei fiumi)
Virgilio-Bucoliche, egloga VII
Huc ipsi, et potum venient per prata innunci. Hic viridis tenera praetexit arundine ripas Mincius, equae sacra ressonant examina quercu.
e puoi fermarti, riposa all’ombra.
Qui verranno per i prati ad abbeverarsi i giovenchi,
qui il Mincio costeggia di tenera canna
le verdi rive, e dalla quercia sacra risuonano gli sciami
Nel secondo libro della Georgica Virgilio descrive le onde del lago
la descrizione delle onde del lago
……teque, Fluctibus et fremitus adsurgens Benace marino?.
e te, Benaco che si gonfia con flutti e impeto di mare
e nel terzo della georgica
primus ego in patriam mecum ( modo vita supersit) Aonio rediens deducam vertice Musas, Primus idumaeas referam tibi Mantua Palmas, e viridi in campo templum de marmore ponam propter aquam, tardis ingens ubi flexilus errat Minicius et tenera praetexit arundine ripas.
io per primo nel caso in cui la la vita mi avanzi tornando le muse dal sommo del monte porterò con me Aonio, io primo o Mantova ti porterò le palme idumee, ed alzerò un tempo marmoreo nel campo verde prossimo all’ acqua la dove i MIncio va errando in lente spire con le rive orlate di fluttuanti canneti